Covid-19: al debutto il nuovo Protocollo condiviso tra luci e ombre

Lo scorso 30 giugno le Parti sociali hanno sottoscritto il nuovo il Protocollo condiviso di aggiornamento delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus SARS-CoV-2/COVID-19 negli ambienti di lavoro, che aggiorna quello del 6 aprile 2021.

Come precisato nel Comunicato del Ministero del Lavoro e P.S. 30 aprile 2022, le nuove linee guida, che si applicano agli ambienti di lavoro non sanitari, sono state condivise tra le Parti per agevolare le imprese nell’adozione di protocolli di sicurezza anti-contagio in considerazione dell’attuale situazione epidemiologica e della necessità di conservare misure efficaci per prevenire il rischio di contagio.
In particolare, viene evidenziato che gli esiti del monitoraggio sulla circolazione di varianti di virus SARS-CoV-2 ad alta trasmissibilità delle ultime settimane sottolineano l’importanza di garantire condizioni di salubrità e sicurezza degli ambienti e delle modalità di lavoro a specifica tutela dei lavoratori stessi.
Da qui l’approvazione di un Protocollo che, sia pure con diverse semplificazioni, mantiene in vita diverse misure fondamentali ispirate al principio di precauzione.

Più precisamente, le misure prevenzionali riguardano le informazioni, attraverso le modalità più idonee ed efficaci, a tutti i lavoratori e a chiunque entri nel luogo di lavoro del rischio di contagio da Covid-19, le modalità di ingresso nei luoghi di lavoro, la gestione degli appalti, la pulizia e la sanificazione dei locali e il ricambio dell’aria, le precauzioni igieniche personali, i dispositivi di protezione delle vie respiratorie, la gestione degli spazi comuni, la gestione dell’entrata e uscita dei dipendenti, la gestione di una persona sintomatica in azienda, la sorveglianza sanitaria, il lavoro agile, la protezione rafforzata dei lavoratori fragili.
Confermato, non senza alcune ambiguità, che rimane centrale il ruolo dei comitati aziendali per l’applicazione e la verifica delle regole prevenzione.
Ma, indubbiamente, le previsioni del nuovo Protocollo che stanno accendendo maggiori discussioni è il capitolo mascherine.

Il documento prevede, infatti, che l’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo facciali filtranti FFP2 è un presidio importante per la tutela della salute dei lavoratori ai fini della prevenzione del contagio nei contesti di lavoro in ambienti chiusi e condivisi da più lavoratori o aperti al pubblico o dove comunque non sia possibile il distanziamento interpersonale di un metro per le specificità delle attività lavorative.
A tal fine, il datore di lavoro assicura la disponibilità di FFP2 al fine di consentirne a tutti i lavoratori l’utilizzo.
Si tratta, quindi, di una forte raccomandazione all’utilizzo in tali contesti lavorativi della mascherina FFP”, mentre non ora non viene fatto più alcun richiamo di quella chirurgica.
E’ previsto, inoltre, il datore di lavoro, su specifica indicazione del medico competente o del RSPP, sulla base delle specifiche mansioni e dei contesti lavorativi sopra richiamati individua particolari gruppi di lavoratori ai quali fornire adeguati dispositivi di protezione individuali (FFP2), che dovranno essere indossati, avendo particolare attenzione ai soggetti fragili.
Ma, anche in considerazione della “liquidità” che caratterizza l’attuale scenario, non è da escludere che a breve possano arrivare dal Governo nuove disposizioni in merito; per altro va anche precisato che le parti sociali si sono impegnate a incontrarsi ove si registrino mutamenti dell’attuale quadro epidemiologico che richiedano una ridefinizione delle misure prevenzionali condivise e comunque entro il 31 ottobre 2022 per verificare l‘aggiornamento delle medesime misure.
Da osservare, infine, che ora la palla passa al Ministero della Salute che, con propria ordinanza attesa in G.U., dovrà fare proprio il nuovo Protocollo secondo quanto prevede il D.L. n.52/2021.

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